E un fronte recente e ricco di aspettative, quello che studio l’interazione tra il microbiota intestinale e il metabolismo dei farmaci. Sappiamo che quando si assume un farmaco, si attivano reazioni metaboliche a vari livelli, sia da parte dell’ospite sia da parte dei microorganismi che lo colonizzano, batteri intestinali in particolare. Questo doppio fronte di intervento aumenta la variabilità di risposta inter-individuale ai farmaci in termini di efficacia e di sicurezza. Come distinguere e quantificare dunque il contributo del microbioma batterico da quello dell’ospite per intervenire in maniera sempre più personalizzata?
Michael Zimmermann e i colleghi dell’Università di Yale, negli Stati Uniti, hanno cercato di rispondere con uno studio pubblicato su Science.